Il "molino" di Romano

Era bianco, ma un bianco non patinato, da copertina. Piuttosto un bianco di calcina fuori e dentro di farina, di calli sulle mani, di sacchi sulle spalle, di sudore, di fatica. Il "molino" di Porta Brescia a Romano di Lombardia è una meraviglia a vederlo così, in fotografia, con quell'enorme ruota di legno, con le pale che pescavano acqua e permettevano agli ingranaggi di funzionare, trasformando in materia commestibile i frutti della terra.

Un esempio perfetto, sia detto così, senza pomposità o retorica, di energia a basso costo, pulita. E se pur la modernità l'ha sostituito con meccanismi più potenti ed efficienti, intatta e immacolata rimane l'immagine positiva di questa invenzione ingegnosa, che per millenni ha fatto da perno alle comunità umane, donando prosperità e abbondanza.

Giorgio
Giorgio Bardaglio Giornalista

Celebrando il IV novembre… dalla coda

Venghino signori, venghino

Il "fu camposanto" di Redona