Ultima corsa (elogio della lentezza)

Li avevano messi a fine Ottocento e parevano una rivoluzione destinata a cambiare un'epoca e durare all'infinito. Meno di sessant'anni dopo, per la precisione nel 1957, da Bergamo già sparivano.

Stiamo parlando dei tram e lo spunto viene da questa fotografia, dell'ultima corsa effettuata in città, con manovratori riuniti in una foto ricordo che sarebbe passata alla storia e in cui ridevano, anche se da ridere c'era poco, poiché non era una scelta lungimirante quella che li eliminava. Il progresso allora pareva arrivare di corsa, montato su ruote di gomma e spinto dai motori a scoppio, mentre ora rimpiangiamo quel mezzo di locomozione su binari che oltre ad essere meno inquinante aveva una sua logica.

Prendiamo a pretesto quel cambiamento anche per un secondo motivo: riflettere sulla velocità dei mutamenti, diventata esponenziale e che ci costringe a rincorrere la cronaca invece di elaborare la storia. Le novità infatti sono rapidissime, l'avvento dei computer e del digitale costringe a salti in avanti non più di decennio in decennio o addirittura di secolo in secolo, come avveniva prima, bensì di anno in anno o di mese in mese, con l'ultima scoperta che diventa già vecchia e superata dalla sera alla mattina.

E' un'umanità che deve correre, per stare al passo, la nostra. Ed è perciò che ogni tanto - non sempre - rimpiangiamo il tram e ci viene spontaneo l'elogio della lentezza.

Giorgio
Giorgio Bardaglio Giornalista

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