Il gelataio di fine Ottocento

A vederla d'acchito sembra quasi un fotomontaggio, con ben nitidi il gelataio e la carrozza che passa alle sue spalle, mentre il resto appare quasi sovraesposto, con un eccesso di luce, di bianco, che dà l'idea di una giornata di sole, calda e polverosa come potevano esserlo in quel tempo senza cemento, senza asfalti.

"Scattata tra la fine dell' ottocento e l'inizio del '900 - spiega Sergio Meli, che l'ha caricata - questa foto ci restituisce l'atmosfera di una Bergamo d'altri tempi. Al centro del viale passa la vettura trainata dai cavalli che portava i clienti dalla stazione all'albergo Italia in contrada Prato (l'attuale via XX Settembre), all'epoca era il più rinomato della città e poteva assicurare camere riscaldate a vapore".

Camere riscaldate a vapore. Se ci pensate, ad osservare questa foto non c'è nulla che richiami alle attuali fonti di energia. Niente corrente elettrica, nessun motore a scoppio... Ci si muoveva ugualmente e si riusciva persino a fare il gelato, utilizzando grossi blocchi di ghiaccio immagazzinati durante l'inverno in locali sottoterra, dalle ampie volte di mattoni. Era un mondo in cui anche un piccolo gesto rivelava una grande impresa e dove l'ingegno suppliva all'assenza di tutto, tranne che dell'essenziale.

Giorgio
Giorgio Bardaglio Giornalista

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