Un quadro perfetto

Il treno lì ci passa ancora, anche se il terrapieno è più alto, tanto da averci fatto un sottopasso per collegare via San Giorgio con via Autostrada. Il tram invece no. Non esiste più traccia di quelle rotaie in primo piano e del celeberrimo "Gamba de legn" (Gamba di legno) che collegava Bergamo con Trezzo e Monza. Si sono volatilizzate come il fumo di quella locomotiva a vapore e gli abiti ampi di quelle donne, il parasole, il cappellino del bambino che a sua volta è diventato ragazzo, giovane, adulto e ha lasciato anch'egli questa terra, inconsapevole forse di essere stato in quel momento al centro di una scena memorabile, dipinta da un Segantini o da un Vittorio Matteo Corcos, con le ombre che si proiettano perfette sul muro di mattoni.

Invece non è un quadro, bensì vita reale, che richiama ricordi tuttora presenti in chi il tram che portava da Bergamo a Monza ha fatto in tempo a vederlo, anche a salirci sopra.

"Quando ero piccolo ed abitavo a Monza, il passaggio del trenino con numerose carrozze al seguito era uno spettacolo" lascia scritto in un commento Renato Barni. "Io ero un bambino quando c'era questo simpatico treno e lo vedevo spesso mentre mia madre mi accompagnava all'asilo in via del Nastro Azzurro!" gli fa eco Maurizio Perini. E se chiudiamo gli occhi possiamo anche noi sentire il rumore sferragliante di quel treno e intuirne il fischio, lo sbuffo del vapore, l'odore dei travetti e della ruggine, come se fossimo lì, presenti, attori e al tempo stesso spettatori.

Giorgio
Giorgio Bardaglio Giornalista

Il colonnello inglese

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Fucili imbracciati